Non sempre è necessario avere gli occhi per vedere

Pur essendo priva di cervello e occhi la stella serpentina Ophiocoma wendtii, una parente delle stelle marine, può comunque rispondere alla luce grazie a cellule fotosensibili sparse sulla sua pelle. La scoperta capovolge un'ipotesi precedente secondo cui i cristalli di perline nello scheletro della creatura, assieme costituissero un grande occhio composto. Lo scopo dei cristalli resta quindi nuovamente un mistero.

La ricerca, pubblicata su Proceedings of the Royal Society B1, ribadisce un'ipotesi di vecchia data su come Ophiocoma vede ciò che la circonda.

Sebbene non abbia un cervello, questo animale - composto da cinque braccia unite a un disco centrale - può rilevare la luce e allontanarsi da essa. Lo scheletro di Ophiocoma, che è avvolto in un sottile strato di pelle, è coperto da strutture cristalline a forma di perline, che gli scienziati pensavano funzionassero insieme, come un grande occhio composto. Concentrando la luce fra fasci di nervi, che i ricercatori pensavano corressero al di sotto di queste "microlenti", la loro disposizione consentirebbe all'animale di formare un'immagine.

Ma quando un team di biologi evoluzionisti ha osservato da vicino lo scheletro della stella serpentina, si sono resi conto che le minuscole strutture cristalline probabilmente non avevano nulla a che fare con la visione. 

Inoltre, i ricercatori hanno osservato numerose cellule piene di molecole sensibili alla luce, nella pelle che copre lo scheletro delle braccia dell’ofiura, ma nessuna di tali cellule alla base delle strutture cristalline scheletriche. Poiché queste cellule fotosensibili sono in stretto contatto con i fasci nervosi, esse potrebbero essere le responsabili della cattura dei segnali visivi e di inviare segnali lungo i nervi.

"C’è una crescente consapevolezza che l’abilità di vedere senza occhi o strutture similari, chiamata fotorecezione extraoculare, sia più diffusa di quanto si pensasse", afferma una coautrice dello studio. Molti animali, compresi i ricci di mare e alcuni piccoli crostacei, usano questo meccanismo per riconoscere l'ambiente. La stella serpentina è solo l'ultima ad aggiungersi alla lista.

 

Materiali modificati da: https://www.nature.com/articles/d41586-018-01065-7?utm_source=briefing-dy&utm_medium=email&utm_campaign=20180124  

 

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