Scoperto un antidoto contro il mortale veleno delle cubomeduse

Un team di ricercatori, studiando il meccanismo del dolore, ha scoperto un antidoto alla puntura mortale della creatura più velenosa sulla Terra: la cubomedusa australiana. Una singola puntura per un essere umano causa necrosi della pelle, dolore lancinante e, se la dose di veleno è abbastanza grande, arresto cardiaco e morte in pochi minuti. Il nuovo antidoto, scoperto usando la tecnica di editing genetico Crispr, blocca i sintomi entro 15 minuti dal contatto.  

La cubomedusa australiana (Chironex fleckeri) ha circa 60 tentacoli che possono crescere fino a tre metri di lunghezza. Ogni tentacolo ha milioni di uncini microscopici pieni di veleno. Ogni cubomedusa contiene abbastanza veleno per uccidere più di 60 umani.

Il team di ricercatori sul dolore al Charles Perkins Center (University of Sydney), stava studiando come funziona il veleno della cubomedusa quando ha  scoperto una medicina che blocca i sintomi di una puntura di una medusa, se applicata sulla pelle entro 15 minuti dal contatto.

L'antidoto ha dimostrato di funzionare su cellule umane al di fuori del corpo e quindi è stato testato efficacemente su topi vivi. I ricercatori ora sperano di sviluppare un'applicazione topica per gli esseri umani.

Pubblicato nella prestigiosa rivista Nature Communications, lo studio ha utilizzato l’editing  CRISPR dell'intero genoma per identificare come funziona il veleno. La modifica del genoma è una tecnologia che consente agli scienziati di aggiungere, rimuovere o alterare il materiale genetico nel DNA di un organismo.

Nello studio, i ricercatori hanno preso un contenitore con milioni di cellule umane e messo a fuoco un gene umano diverso in ciascuna di esse. Poi hanno aggiunto il veleno di cubomeduse - che uccide le cellule ad alte dosi - e hanno cercato cellule sopravvissute. Dall'intero screening del genoma, i ricercatori hanno identificato i fattori umani necessari per il funzionamento del veleno.

Presente nelle acque costiere dell'Australia settentrionale, dal Queensland all'Australia occidentale, e nelle acque intorno alle Filippine, la cubomedusa è estremamente pericolosa. Non solo galleggia, può nuotare attivamente, guadagnando una velocità di 7,5 chilometri all'ora quando sta cacciando. Si nutre in acque poco profonde, principalmente di  piccoli pesci e gamberetti.

Esistono due tipi di cubomeduse, l'Irukandji, che è minuscola, e Chironex fleckeri, lunga circa tre metri. Il farmaco ha dimostrato di funzionare su quest’ultima.

Prove aneddotiche suggeriscono che l'unico trattamento attuale in caso di puntura di medusa è quello di bagnare abbondantemente l'area con aceto per 30 secondi o far scorrere acqua molto calda sulla zona interessata per 20 minuti. Se si tratta di una puntura importante, è necessaria una RCP continua per mantenere il battito cardiaco.

 "Il nostro antidoto è una medicina che blocca il veleno", ha detto un ricercatore "Devi averlo sul sito entro 15 minuti. Nel nostro studio, l'abbiamo iniettato. Ma l’idea sarebbe quella di uno spray o una crema topica. L'argomento contro una crema è che la puntura lascia un sacco di piccoli pungiglioni sulla cute, quindi con il massaggio la crema potrebbe iniettare più veleno nella persona. Ma se si spruzza, si potrebbe neutralizzare ciò che rimane sulla superficie del corpo."

 

Materiali modificati da: https://sydney.edu.au/news-opinion/news/2019/05/01/pain-researchers-find-antidote-to-deadly-box-jellyfish-sting.html

Photo Credit: The Australian box jellyfish, Chironex fleckeri. AAP Photo/Kelvin Aitken.

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