Fenologia ed ecologia della fanerogama marina ‘aliena’ Halophila stipulacea a Palinuro

Le fanerogame marine costituiscono uno degli habitat di maggiore pregio nell'intero Mar Mediterraneo. Tutte le specie di fanerogame marine sono considerate meritevoli di salvaguardia e conservazione come specie o habitat e sono elencate in accordi/convenzioni internazionali volti alla protezione della biodiversità marina.

In Mediterraneo sono presenti 5 specie di fanerogame marine: Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa, Zostera noltei, Zostera marina e Halophila stipulacea. Quest’ultima è una fanerogama “aliena” originaria dell'Oceano Indiano e del Mar Rosso e si sta espandendo nel Mar Mediterraneo da oltre 100 anni, avendo raggiunto il porto di Palinuro, che attualmente ne rappresenta il limite più settentrionale di distribuzione nel Mare Nostrum.

Danni all'ambiente legati alla presenza di questa specie non sono stati ancora riscontrati ma la sua presenza su fondali sabbiosi mista ad altre fanerogame autoctone potrebbe far supporre che questa specie possieda una certa capacità di mutare gli habitat. H. stipulacea è elencata tra le “100 peggiori specie esotiche invasive del Mediterraneo” per la sua capacità di elevata diffusione vegetativa, e può potenzialmente colonizzare l'intero bacino del Mediterraneo nei prossimi 100 anni, a causa del riscaldamento delle acque.

Un recente studio ‘Phenology and ecology of the alien seagrass Halophila stipulacea in its northern range limit in the Mediterranean Sea’, pubblicato nella rivista Aquatic Botany, aggiunge nuove informazioni sulla ecologia, e sul rapporto tra fattori climatici e dinamica stagionale di questa fanerogama marina. Queste informazioni sono fondamentali nella implementazione di linee guida per la conservazione delle fanerogame marine, specie strutturanti ed habitat-former indispensabili per il mantenimento della biodiversità in Mediterraneo.

“In limitate zone del Mar Mediterraneo Halophila stipulacea risulta in competizione con alcune fanerogame marine autoctone” esordisce Selene Di Genio, primo autore della ricerca “D'altro canto, H. stipulacea può essere vantaggiosa per l’assorbimento di CO2, poiché ha una capacità paragonabile o superiore di immagazzinare carbonio organico rispetto alle specie autoctone, Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa. Inoltre, le praterie di H. stipulacea nel Mar Mediterraneo ospitano livelli di biodiversità relativamente alti, soprattutto per quel che riguarda la flora epifita e a piccoli invertebrati.

“La presenza di H. stipulacea nel porto di Palinuro è stata riscontrata dal 2006, in concomitanza con l'aumento delle temperature della superficie marina di parte del Tirreno Centrale e Meridionale,  sia durante l'inverno che durante l'estate, con un trend di riscaldamento più accentuato soprattutto dall'inizio degli anni 2000” afferma l’ideatrice dello studio Maria Cristina Gambi.

 “In questa ricerca abbiamo valutato la relazione tra l'insediamento e la persistenza di H. stipulacea nel porto di Palinuro e le variazioni a lungo termine delle temperature delle acque superficiali locali e limitrofe (SSTs 1982–2018), poiché il riscaldamento delle acque costiere ha potenzialmente svolto un ruolo cruciale nel migliorare le condizioni ambientali per la colonizzazione di questa specie tropicale” prosegue la Dr.ssa Gambi ”Abbiamo inoltre caratterizzato l'attuale estensione e dinamica della specie nel porto di Palinuro e descritto la variabilità annuale dei caratteri morfologici e riproduttivi di due popolazioni sottoposte a diversi regimi di esposizione alle onde; infine abbiamo descritto la frequenza di pascolo su questi insediamenti, lungo tutto il corso dell’anno, da parte del pesce erbivoro Sarpa salpa, aumentando così la nostra comprensione del ruolo di questa specie nella comunità del fondo e le sue relazioni trofiche con le specie autoctone".

 

https://doi.org/10.1016/j.aquabot.2020.103304

Scrivi commento

Commenti: 0