Biomonitoraggio di metalli pesanti: il ruolo inesplorato dei taxa sessili marini

Numerosi studi hanno valutato il bioaccumulo dei metalli pesanti e i loro possibili effetti su diverse specie marine, principalmente commestibili, come bivalvi, cefalopodi, crostacei decapodi e pesci. 

Tuttavia, altri organismi sessili, come ad esempio policheti, tunicati, spugne e cirripedi, possono essere considerati bioindicatori idonei per le loro caratteristiche fisiche e fisiologiche e sono stati raccomandati da molti autori. Questi organismi possono rappresentare un ottimo strumento non solo perché in grado di rilevare le concentrazioni di metalli pesanti ma, la presenza di queste sostanze chimiche nei loro tessuti può anche stimolare diverse risposte fisiologiche. Pertanto, possono essere considerati come utili bioindicatori per il monitoraggio della contaminazione da metalli pesanti, fornendo importanti informazioni sullo stato ecologico e chimico dell’area di interesse.

Una revisione sistematica effettuata da un gruppo di lavoro dell’Università Politecnica delle Marche e della Stazione Zoologica Anton Dohrn è stata recentemente pubblicata sulla rivista Applied Sciences (MDPI). Obiettivo principale dello studio: un'analisi spazio-temporale della letteratura sul bioaccumulo di metalli pesanti su scala globale su sei taxa sessili marini (Porifera, Cnidaria, Bryozoa, Polychaeta, Cirripedia e Tunicata), considerati come biomonitor non convenzionali per l'inquinamento chimico.

 Lo studio “Biomonitoring of Heavy Metals: The Unexplored Role of Marine Sessile Taxa” fornisce una sintesi schematica delle attuali conoscenze sulla relazione tra i taxa selezionati e i metalli pesanti e identifica le possibili applicazioni di questi organismi come strumenti di biorisanamento in ambienti contaminati.

 “I risultati della nostra revisione“ afferma Camilla Roveta, dottoranda nel Laboratorio di Zoologia dell’Università Politecnica delle Marche,” mostrano un crescente interesse da parte della comunità scientifica nell'identificazione dei taxa sessili come bioindicatori non convenzionali di metalli pesanti. Tale interesse è legato principalmente alla maggiore consapevolezza dei ricercatori nei confronti della contaminazione da metalli nell'ambiente marino e alle normative internazionali, sempre più focalizzate sul ruolo di questi taxa come fondamentali monitor dell'inquinamento ambientale. Diversi studi hanno suggerito che alcuni organismi sessili possono essere utilizzati anche nei processi di biorisanamento, grazie alle loro caratteristiche e al ruolo svolto dal microbiota associato (batteri e funghi). Ciò è particolarmente vero per spugne, cnidari, policheti, bivalvi e tunicati.”

 “Queste attività di ricerca dovrebbero includere le consultazioni di tassonomi specializzati, poiché specie appartenenti allo stesso genere possono bioaccumulare diverse concentrazioni di metalli pesanti o possono presentare risposte diverse se sottoposte allo stesso metallo; inoltre, alcune specie ad esempio, Geodia cydonium, Spongia (Spongia) lamella e S. officinalis sono sottoposte a protezione, a causa del loro status di specie “minacciate”” riferisce Stefania Puce, docente di Zoologia all’Università Politecnica delle Marche

 “Il nostro lavoro ha evidenziato molte lacune nella ricerca, ma due aspetti richiedono un’attenzione particolare” conclude la dottoressa Anna Annibaldi, ricercatrice del Dipartimento di Chimica Analitica dell’UNIVPM. “Come prospettive future, si consiglia di aumentare gli sforzi di campionamento e raccolta e di ampliare le distribuzioni geografiche e batimetriche degli studi non solo nel Mar Mediterraneo ma anche negli altri regni marini, province ed ecoregioni, soprattutto in quelli meno indagati, integrando i risultati con gli studi attualmente disponibili. Inoltre, la standardizzazione dei dati è ancora un grosso problema nel campo, quindi, suggeriamo di affrontare nuovamente il problema, riaprendo vecchi programmi o creandone di nuovi con nuovi possibili protocolli per standardizzare metodi, validazione, analisi e presentazione dei dati.”

 

Roveta, C.; Annibaldi, A.; Afghan, A.; Calcinai, B.; Di Camillo, C.G.; Gregorin, C.; Illuminati, S.; Pulido Mantas, T.; Truzzi, C.; Puce, S. Biomonitoring of Heavy Metals: The Unexplored Role of Marine Sessile Taxa. Appl. Sci. 2021, 11, 580. doi: https://doi.org/10.3390/app11020580

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