I cetrioli di mare non riducono le dimensioni delle microplastiche ma possono aumentare la risospensione nella colonna d'acqua.
L'inquinamento da microplastiche è sempre più riconosciuto come una minaccia importante per la vita marina. Comprendere il ruolo dei bioturbatori è fondamentale per determinare fino a che punto i sedimenti marini possono fungere da serbatoi di microplastiche. La presenza di microplastiche è stata documentata negli oloturoidei, ma nessuno studio ha valutato come il processo di ingestione-escrezione possa influenzare la loro biodisponibilità. Utilizzando Holothuria tubulosa come sistema modello, i ricercatori hanno valutato se, dopo l'ingestione, le particelle di plastica si accumulano nelle pseudofeci e se il passaggio attraverso il tubo digerente ne riduce le dimensioni. A tal fine, il numero, la forma e il colore delle particelle di plastica sono stati confrontati tra le pseudofeci e i sedimenti superficiali circostanti raccolti lungo i bordi di una prateria di fanerogame. Le pseudofeci sono risultate arricchite di frammenti plastici rispetto ai sedimenti superficiali. Al contrario, non c'era differenza nella dimensione o nel colore delle particelle di plastica tra pseudofeci e sedimenti.
I risultati suggeriscono che le pseudofeci di H. tubulosa non solo rappresentano un hotspot per la concentrazione di frammenti di plastica, ma, a causa della loro deposizione superficiale e rapida dissoluzione, potrebbero anche promuovere il loro trasferimento alla colonna d'acqua. L'ingestione e l'escrezione di microplastiche da parte di questo cetriolo di mare, pur non alterandone le dimensioni, può quindi aumentarne la biodisponibilità.
Lo studio “The sea cucumber Holothuria tubulosa does not reduce the size of microplastics but enhances their resuspension in the water column” è stato pubblicato sulla rivista “Science of The Total Environment”.
Materiali modificati da: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0048969721017186#f0030
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