Raja Ampat


A bordo del Pinisi Aurora nel cuore del “Triangolo dei Coralli” l’epicentro globale della diversità e abbondanza di vita marina

Il Triangolo dei Coralli è una regione localizzata lungo l’equatore alla confluenza del Pacifico Occidentale e l’Oceano Indiano. I confini di questa regione sono racchiusi all’interno dei seguenti paesi: Indonesia, Malaysia, Papua New Guinea, Filippine, Isole Solomon e Timor Est. Pur coprendo solo l’1,6% della superficie oceanica del pianeta, c’è un ampio consenso tra gli scienziati che il Triangolo dei Coralli rappresenti l’epicentro globale della diversità e abbondanza di vita marina – con il 76% di tutte le specie di coralli conosciute, il 37% di tutte le specie di pesci corallini conosciute, il 53% dei reef corallini del pianeta e la più grande estensione di foreste di mangrovie del mondo.

 

Nel cuore di questa vasta area si colloca Raja Ampat, che ne rappresenta il centro di eccellenza. Una vasta area di isole remote che formano un arco a nord est e sud della penisola della West Papua, nell'estremo est indonesiano, chiamata ‘Bird's Head’.



Nella intera penisola sono state identificate più di 1350 specie di pesci del reef (1223 nel Raja Ampat solamente), più della metà dei coralli molli conosciuti e 600 specie di coralli duri (il 75% delle specie di coralli duri dell’intero pianeta vivono in quest’area).

Questi dati rappresentano solamente quanto finora conosciuto e le continue ricerche non fanno altro che accrescerne il valore man mano che esse proseguono.

 

Per millenni i reef di queste zone hanno prosperato in un clima relativamente stabile. In nessuna delle isole del Raja Ampat ci sono grandi concentrazioni umane; poco più di 35000 persone vivono in villaggi costieri ampiamente distribuiti.


La cosa più importante è però l’incredibile varietà di ecosistemi del Raja Ampat costituiti da baie con acque calme, abissi blu, ricchi upwelling planctonici, foreste di mangrovie.

 

Almeno tre quarti delle specie trovate in questa area, sono anche distribuite attraverso l’intero triangolo dei coralli.


Le caratteristiche peculiari di quest’area rendono il Raja Ampat più resiliente, cioè capace di recuperare più velocemente, alle fluttuazioni di temperatura di qualsiasi altra area ed è quindi molto probabile che questa zona possa sopportare meglio di qualunque altra l’eventuale impatto delle crescenti temperature.

Le potenti correnti oceaniche portano le larve dal Raja Ampat ai reef di altre parti dell’Indonesia e del Pacifico, rendendo il Raja Ampat il cuore della “catena di rifornimento” delle specie. Questo trasporto potrà aiutare a rifornire altri reef che siano stati danneggiati da malattie, bleaching, eccessivo sfruttamento da pesca e altre attività nocive.

 

Fortunatamente gli sforzi di conservazione hanno seguito un approccio organico sull'intero sistema. Gli aspetti biologici, geopolitici, ecologici e commerciali specialmente come essi si correlano con i bisogni della sua popolazione umana, sono stati integrati nel piano complessivo di conservazione del Raja Ampat.


La crociera, a bordo dell’eccellente Pinisi Aurora, si è svolta nella parte sud, in particolare nell’area di Misol, dove numerosi sono i punti di immersione. Acque in superficie apparentemente calme celano in profondità correnti più o meno forti ma sempre presenti. E’ questa comunque una costante che rende le acque del Raja Ampat così ricche di forme di vita bentoniche o planctoniche. Il ricoprimento del fondale di coralli è pressoché totale, con distese enormi, a volte a prevalenza di coralli molli altre invece di madreporari, i veri e propri costruttori del reef. Nelle pareti, numerose gorgonie, di dimensioni gigantesche, nascondono spesso i minuscoli cavallucci marini, Bargibanti o Denise, visibili solo agli occhi ben allenati delle locali guide indonesiane o di incalliti fotografi subacquei anche loro ormai perfettamente addestrati al riconoscimento di queste specie.

 

In molte pareti il posto lasciato libero dai numerosi coralli è spesso totalmente ricoperto da spugne, vermi tubicoli, tunicati e briozoi. A volte il fondale si presenta talmente ricco da rendere persino difficile, ad un occhio non abituato, l’individuazione dei numerosi organismi presenti, lasciando sempre comunque una forte sensazione che in questi ambienti la vita rimane ancora incontaminata. Può capitare di terminare alcune immersioni circondati da dense nubi di aterinidi che creano incredibili mulinelli ruotando intorno agli stupefatti subacquei lasciando percepire l’attrazione che possono provare i grandi predatori di fronte a tanta abbondanza. 


In alcune aree come ad esempio Cape Kri sono proprio i pesci i dominatori di questo scenario. Qui è facile terminare in mezzo a banchi costituiti da centinaia di emulidi, mai visti in precedenza così numerosi, o con il classico roteare di carangidi circondati da lutianidi, emulidi, pesci pappagallo, pesci Napoleone e cernie, per terminare con l’incontro in risalita dall’ultima immersione con una delle cinque specie di tartarughe, su sette esistenti, presenti in Raja Ampat. Nonostante una media di quattro immersioni al giorno fatte per 9 giorni di seguito la sensazione è quella di essere già pronti ad iniziarne al più presto una nuova serie altrettanto entusiasmante.


Scrivi commento

Commenti: 0