I coralli delle Isole Galapagos

I coralli delle Isole Galapagos non rappresentano certo una delle attrazioni principali per i visitatori subacquei. 

E' in effetti difficile aspettarsi il contrario viste le incredibili emozioni che le acque di questo mare sono in grado di suscitare. In ogni immersione è pressoché sicuro incontrare squali, a volte centinaia, aquile di mare, leoni marini, mante, delfini, tartarughe marine. Gli occhi del subacqueo sono sempre proiettati nel blu, durante tutta l'immersione, e quindi difficilmente ci si può accorgere della presenza di sporadiche formazioni coralline attorno a noi.

Sarebbe invece utile che ogni subacqueo acquisisse la consapevolezza del valore che anche in questo ambiente potrebbero avere i coralli considerato l'elevato tasso di diversità che essi sostengono.


  Wolf e Darwin: Pocillopora sp e Porites sp sono due dei principali coralli costruttori di reef alle Galapagos, la loro presenza è comunque diffusa anche in altre isole. Le incrostazioni di colore rosa sono alghe coralline rosse (Corallina sp.), esse svolgono un ruolo di fondamentale importanza nello sviluppo dei reef corallini.


Wolf e Seymour: Tubastrea coccinea e Tubstrea tagusensis sono sclerattine appartenenti alla famiglia Dendrophylliidae. Le Tubastree non hanno zooxantelle, l'alimentazione avviene attraverso la cattura dello zooplancton tramite le nematocisti distribuite nei tentacoli dei polipi. Esse si trovano spesso in zone al riparo dalla luce diretta. Nella prima immagine, in secondo piano, incrostazioni di spugne appartenenti al genere Aplysina.

E' noto che la biodiversità del Pacifico vede la sua massima espressione nelle aree occidentali, prima fra tutte il triangolo dei coralli, che rappresenta il cuore della biodiversità marina del pianeta. E' altrettanto noto che il Pacifico orientale presenta invece un tasso di biodiversità molto ridotto. La crescita dei coralli in questa parte è limitata da alcuni parametri in primo luogo la bassa temperatura.

 

Le condizioni uniche delle Galapagos sono il risultato di un complicato mix di correnti che, per citarne alcune, originano contrasti come quello fra le calde acque tropicali della corrente di Panama proveniente dalle coste dell’America Centrale e le fredde acque provenienti da sud attraverso la Corrente del Perù (Corrente di Humboldt). E’ questa la corrente che ha portato alle Galapagos i pinguini e le otarie. Questo mescolamento provoca variazioni di temperatura di mese in mese oltre che da isola ad isola.

Gordon Rock: Mopsella sp. è un ottocorallo gorgonaceo appartenente alla famiglia Melithaeidae. 

Wolf: la striscia nera centrale potrebbe rappresentare il punto di contatto fra due colonie e quindi di competizione per lo spazio  disponibile oppure una patologia in atto di probabile origine infettiva chiamata black band desease 

Floreana: Colonia di Porites sp. con in primo piano l'idroide Macrorhynchia philippina. Queste colonie, come diversi alri idrozoi, hanno nematocisti particolarmente urticanti.


I coralli per poter crescere necessitano di un gamma di condizioni ambientali molto ristrette e anche piccole variazioni, per periodi prolungati, possono determinare la loro scomparsa. Una di queste fluttuazioni prolungate, in seguito a due episodi di El Niño avvenuti nel 1982/83 e 1997/98, ha causato un riscaldamento eccessivo delle acque provocando la morte del 95- 99% dei coralli nelle isole di Wolf e Darwin.

Indagini effettuate in seguito hanno mostrato che Darwin e Wolf ospitano ancora più del 95% delle specie di coralli che tuttora rimangono nella Riserva Marina delle Isole Galapagos, fra essi sono inclusi coralli rari endemici a rischio di estinzione (es. Leptoseris sp). La maggior concentrazione di coralli in queste isole è legata alla presenza di acque più calde rispetto alle altre isole dell’Arcipelago.

 

La maggioranza dei coralli che crescono alle Galapagos non formano veri e propri reef strutturati ma costituiscono semplici comunità coralline o macchie sparse di densità variabile. Sono comunque presenti, soprattutto a Wolf, formazioni che possono essere considerate scogliere coralline.     


Cousin's Rock: Il corallo nero delle Galapagos (Antipathes galapagensis) è presente in grandi quantità, nell'immersione di Cousin's rock presso l'isola di  Santiago. Qui, strati di roccia vulcanica formano diversi cornicioni completamente rivestiti di corallo nero. Fra i rami di corallo è facile avvistare cavallucci marini di cospicue dimensioni. 

Secondo Glynn e altri, i coralli ermatipici, ovvero quelli in grado di costruire reef corallini, alle Galapagos sono all’incirca una ventina di specie. Altri Cnidari non ermatipici popolano comunque questi fondali, fra essi alcuni idrozoi, ottocoralli gorgonacei, anemoni di mare, il corallo nero delle Galapagos (Antipathes galapagensis) e tre nuove specie dei generi Hydrozoanthus, Parazoanthus e Antipathozoanthus scoperte recentemente da alcuni ricercatori del Southampton University e alcuni scienziati dell’Università di Miami. La scoperta di queste nuove specie è importante perché apre nuovi spiragli sulle possibilità dei coralli di presentare una maggiore capacità di ripararsi a seguito di un danno, come quello ad esempio legato ai fenomeni di bleaching, in conseguenza del crescente riscaldamento globale.


Darwin: Due immagini tipiche di immersioni effettuate nel classico ambiente di scogliera corallina. L'abbondante quantità e varietà di organismi è direttamente correlata al grado di sviluppo del reef.



Darwin: Alle Galapagos, a causa del limitato sviluppo di reef corallini, non è presente la stella marina Corona di Spine (Acanthaster planci), noto predatore di coralli. Sono invece comuni altri echinodermi come il riccio di mare (Eucidaris thouarsi) che oltre alle alghe si ciba anche dei polipi corallini di Pocillopora sp. Gli Scaridi, come il pesce pappagallo gibboso (Scarus gobba), utilizzano i loro denti fusi insieme a forma di becco, per staccare pezzi di corallo misti ad alghe coralline di cui si cibano.                                                                                                                                      

Va infine considerato che tali fenomeni possono assommarsi ad una già discreta pressione dovuta a predatori naturali dei coralli come alcuni pesci pappagallo, pesci balestra e in particolare il riccio di mare Eucidaris thouarsi, che oltre alle alghe si ciba prevalentemente di coralli dei generi Pocillopora e Pavona.

E non ultimo l’impatto antropico diretto esercitato anche dagli stessi subacquei, spesso incuranti del grande valore che questi organismi hanno sulla sopravvivenza delle numerose specie ad essi strettamente correlate.

 

 

Riferimenti

 

Glynn, P.W. and G.M. Wellington. 1983. Corals and coral reefs of the Galapagos Islands. University of California Press. 331 pages.

 

Wellington, G.M. 1997. Field guide to the corals and coral reef of the Galapagos Islands, Ecuador. Proceed. 8th International Coral Reef Symposium. Vol 1:185-202.

 

Peter W. Glynn: State of coral reefs in the Galápagos Islands: Natural vs anthropogenic impacts

Marine Pollution Bulletin, 1994, Pages 131-140

 

Galapagos Coral Monitoring

A DEFR Darwin Initiative project No. 14-048

http://www.geos.ed.ac.uk/research/globalchange/group4/Galapagoscoral.html                                    

 

     

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