Il cambiamento climatico sta aumentando frequenza, entità e costi socio-economici di eventi meteorologici estremi con effetti senza precedenti e che si stanno manifestando sia in ambiente terrestre che in quello marino. La tempesta Vaia che nel 2018 ha interessato il nord-est italiano, ha provocato lo schianto al suolo di milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine di conifere.
Nello stesso periodo fenomeni analoghi hanno interessato l’ambiente marino con un massivo spiaggiamento di Posidonia oceanica nella costa ligure. Sempre nel medesimo periodo un eccezionale evento di spiaggiamento di numerosi organismi bentonici, con predominio della spugna Geodia cydonium è stato osservato nel Golfo di Oristano in Sardegna.
In riferimento a questo specifico fenomeno un lavoro recente, pubblicato sulla rivista Marine Biodiversity, evidenzia come eventi di spiaggiamento rappresentino una opportunità per raccogliere informazioni sulla biodiversità locale ed aumentare le conoscenze su specie marine, nel caso specifico, della spugna Geodia cydonium.
Geodia cydonium è una spugna dal corpo massiccio di forma sferoidale, la sua superficie è ispida a causa di spicole silicee proiettate verso l’esterno. La colorazione varia tra il biancastro e il giallo-grigio. Può raggiungere gli 80 cm di diametro. Vive su fondali fangosi/sabbiosi, in grotta o su banchi ricchi di sedimento grossolano. E' utilizzata come habitat da numerosi organismi, ed ospita più di 40 specie epibiontiche ed endobiontiche, grazie ai voluminosi canali che la attraversano.
“Geodia cydonium” sottolinea Daniele Grech, ricercatore presso l’International Marine Centre (IMC) di Torregrande Oristano, e autore principale dello studio, “sembra essere una specie molto longeva e, in base alle dimensioni degli animali raccolti in mare, si presume possa raggiungere anche età di un centinaio di anni. Dalla fine dell'ultimo secolo abbondanza e dimensioni di G cydonium in Mediterraneo sembra si siano ridotte sempre più, probabilmente a causa di una raccolta eccessiva, anche a causa del by-catch legato alla pesca commerciale. Infatti queste spugne molto spesso rimangono impigliate nelle reti da pesca e vengono strappate dal fondo. La letteratura scientifica disponibile e informazioni aggiuntive da progetti di Citizen Science e da conoscenze ecologiche locali (Local Ecological Knowledge o LEK) descrivono l'attuale distribuzione mediterranea di questa specie come molto frammentaria e in declino. Pertanto, G. cydonium è inclusa tra le specie a rischio di estinzione della Lista Rossa IUCN (International Union for the Conservation of Nature).
“L'attuale massivo evento di spiaggiamento è il primo riportato in Sardegna e nel Mediterraneo per questa specie. La popolazione vivente del Golfo di Oristano sembrerebbe ancora in buono stato, e probabilmente solo una piccola percentuale di esemplari è stata colpita da questo uragano eccezionalmente intenso, ma ulteriori ed approfonditi studi sono necessari. Inoltre sembrerebbe che gli esemplari spiaggiati siano più piccoli e giovani di quelli riportati in letteratura per la biologia della specie anche se, per le spugne, risalire alla età è sempre piuttosto complesso".
“In conclusione”, sottolinea Daniele Grech, “questo studio contribuisce ad incrementare le conoscenze sulla spugna G. cydonium lungo le coste della Sardegna e sottolinea chiaramente l'importanza di indagare sulla ricorrenza di eventi estremi locali per la valutazione della biodiversità e la segnalazione di specie sconosciute, poco studiate o mai riportate, semplicemente raccogliendo campioni spiaggiati. Eventi occasionali, come quello qui descritto, sono sempre più frequenti, cospicui ed evidenti anche al grande pubblico che può contribuire alla costruzione di baseline storiche e database. L'approccio partecipativo, abbinato ad un appropriato monitoraggio su larga scala e a lungo termine, potrebbe contribuire alla definizione di un quadro dettagliato della distribuzione e dello stato di specie sensibili e alla loro conservazione. La mappatura e il monitoraggio delle specie sensibili infatti sono strumenti fondamentali per la gestione e conservazione integrata della fascia costiera in una armonica pianificazione dello spazio marittimo”.
L’IMC di Oristano è da tempo attivo nello studio degli eventi di mortalità di specie protette o di importanza commerciale (es. la nacchera Pinna nobilis e il riccio di mare Paracentrotus lividus) che sempre più frequentemente stanno colpendo gli ecosistemi marini. Il coinvolgimento dei cittadini nella raccolta di queste informazioni attraverso un approccio partecipativo è tra gli obiettivi principali del progetto internazionale MPA ENGAGE (https://mpa-engage.interreg-med.eu) nel quale l’IMC è coinvolto per la realizzazione e l’applicazione di protocolli di monitoraggio nelle Aree Marine Protette. Questo progetto infatti è volto a supportare le Aree Marine Protette del Mediterraneo per monitorarne gli impatti dei cambiamenti climatici sulle specie marine e per mitigarne gli effetti.
PhotoCredit: Daniele Grech.
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