Il Vietnam vieta le immersioni subacquee in un’isola popolare per proteggere i coralli

Il Vietnam ha vietato il nuoto e le immersioni subacquee in una popolare località turistica nel tentativo di far rivivere le sue barriere coralline danneggiate. 

Foto recenti scattate al largo dell'isola di Hon Mun – popolare tra i subacquei grazie ai suoi fondali brulicanti di vita – hanno mostrato la barriera corallina sbiancata e danneggiata. L'autorità di gestione della baia ha dichiarato che il divieto è allo scopo di "valutare le condizioni dell'area in modo da poter elaborare un piano appropriato di conservazione della zona".

Non è certamente questa la prima volta che viene presa una decisione del genere ed ogni volta si accende il dibattito se proibire l’accesso dei subacquei in questi luoghi sia una decisione giusta oppure no.

Le barriere coralline, ovunque nel pianeta, sono state gravemente colpite dagli effetti del riscaldamento globale, dall’inquinamento, da una pesca eccessiva e mal regolamentata e gli effetti devastanti di questi impatti sull’ambiente e sull’economia sono stati da tempo evidenziati e documentati dagli scienziati.

È un dato certo che la presenza di numerosi subacquei in un sito di immersioni aumenti il degrado della barriera. Quante volte capita di osservare subacquei che a causa di un non corretto assetto piombano sulla barriera rompendo i coralli e danneggiando tutte le forme di vita presenti.

Personalmente ritengo che, in determinate aree, adottare un codice di condotta, sia per le guide subacquee che per i subacquei, nonché una gestione di base del numero di subacquei possa aiutare a limitare il problema. Esistono studi che hanno dimostrato che tutto ciò è possibile.

Realtà come quella di Hon Mun andrebbero gestite creando aree marine protette non solo sulla carta ma che abbiano poi una gestione coerente con i problemi riscontrati dell’area.

Solo così sarà possibile ridurre tutti i tipi di impatti antropici, a cominciare dall’inquinamento, tipico di aree fortemente antropizzate, dalla pesca illegale, il dragaggio e lo smaltimento dei rifiuti in quanto sono queste le principali cause responsabili del degrado delle scogliere coralline in queste zone.

È necessario inoltre contrastare tutte le attività di green washing che sono forme che distolgono l'attenzione dal risolvere le vere cause di deterioramento delle barriere coralline. Un esempio gli innumerevoli progetti di ripristino delle scogliere coralline che servono, fatte alcune eccezioni, dirottare le scarse risorse a vantaggio di persone che ben poco hanno a che vedere con la conservazione.

 

https://www.scmp.com/lifestyle/travel-leisure/article/3183319/divers-angered-vietnam-ban-protect-damaged-coral-reefs

Scrivi commento

Commenti: 0