Echinodermi

Gli Echinodermi rappresentano un phylum di organismi esclusivamente marini.

Sono gli unici animali a vita libera derivanti da un gruppo sessile i cui rappresentanti erano probabilmente capaci di muovere soltanto le braccia tentacolate e di piegare il peduncolo.

La caratteristica principale che li contraddistingue, e da cui deriva il nome stesso del gruppo, è quella di avere il derma con uno scheletro calcareo munito di tubercoli e spine.

Una loro peculiarità è quella di possedere dei tessuti capaci di mutare rapidamente il proprio stato viscoelastico passando da una condizione di rigidità a una di plasticità, questa proprietà viene è chiamata tessuto connettivo mutevole.

Grazie ad esso una parte del corpo può bloccarsi in una data posizione o adattarsi a cambiamenti di forma e posture. Le oloturie, se stimolate meccanicamente, possono diventare molli e plastiche trasformandosi addirittura in una massa colante.

 

Al Phylum degli Echinodermi appartengono le seguenti classi di organismi:

Crinoidea

Ophiuroidea

Asteroidea

Holoturoidea

Echinoidea


 

Differenze nella locomozione fra le varie classi di Echinodermi

 

Una particolarità che accomuna i componenti del gruppo è quella relativa al movimento. Questo è determinato da un insieme di canali e appendici che funziona come un sistema idraulico e che prende il nome di sistema acquifero. Per illustrare questa caratteristica inizieremo la nostra trattazione dal gruppo degli Asteroidei, sicuramente gli organismi marini più conosciuti. Anche chi non avesse mai indossato una maschera subacquea sarebbe in grado di riconoscere una stella marina.


 

Il sistema acquifero di una stella è rappresentato da un canale circolare situato nel corpo della stessa; da questo si dipartono dei canali radiali che si dirigono ognuno verso la punta di ogni braccio della stella.

Dai canali radiali originano i canali laterali che terminano con una valvola che impedisce il reflusso dell’acqua; questa valvola comunica con una formazione costituita da un’ampolla, che si prolunga in un pedicello ambulacrale con alla base delle ventose.

Quando l’ampolla si contrae l’acqua, non potendo tornare indietro nel canale laterale, determina il prolungamento del pedicello ambulacrale il quale, attraverso le ventose, si attacca al substrato.


In seguito al rilassamento dell’ampolla, il pedicello si accorcia nuovamente trascinando con sé il corpo della stella. Per osservare tale fenomeno prendiamo una stella marina e rovesciamola sul fondo.Se avremo la pazienza di aspettare osserveremo che la punta di un braccio pian piano si torcerà, finchè i primi pedicelli non aderiranno al substrato.

A questo punto tutto il resto della stella gradatamente ruoterà intorno al braccio, fino a tornare alla posizione ventrale.

In alternativa, la stella capovolta potrebbe anche sollevarsi sulle punte, finchè ad un certo punto non si rovescerà nuovamente.

Passiamo ora ad un'altra classe molto affine agli asteroidei: quella degli Ofiuroidei, che comprende le Ofiure o stelle serpentine. Pur avendo queste un aspetto simile alle stelle marine, presentano un corpo di piccole dimensioni, costituito da un disco centrale dal quale originano le cinque braccia, sottili, nettamente staccate dal corpo centrale.

 

Anche gli Ofiuroidei presentano un sistema acquifero, ma il loro movimento è completamente diverso da quello delle stelle marine. Infatti le ofiure sollevano il corpo dal terreno appoggiandosi sulle braccia anteriori e posteriori, mentre utilizzano le braccia ai lati come fossero dei remi, ottenendo un movimento estremamente veloce. Le piccole dimensioni e la rapidità dei movimenti hanno sicuramente contribuito a rendere le Ofiure il gruppo di Echinodermi di maggiore successo, facilitandone gli spostamenti e agevolando la capacità di nascondersi. 

Un’altra classe di Echinodermi, a prima vista estremamente diversa dalle precedenti, è quella degli Echinoidei o ricci di mare. Contrariamente alle apparenze, stelle marine e ricci di mare hanno moltissimo in comune. Ci limiteremo a considerare esclusivamente la capacità di locomozione, che anche per i ricci risulta legata alla presenza del sistema acquifero. Se rovesciamo un riccio, come per la stella marina vedremo i pedicelli aborali lentamente aderire al terreno, e pian piano riportare il riccio nella giusta posizione. 


Oltre ad utilizzare i pedicelli ambulacrali, i ricci si servono anche delle numerose spine che li circondano, utilizzandole per sollevare dal fondo la parte orale. Di norma i ricci effettuano spostamenti limitati (5-6 cm al giorno), ma in certi casi, es. mancanza di cibo, alcuni possono spostarsi anche di più di 50 cm.

Ci sono dei ricci che scavano le proprie tane nella roccia ed in queste buche trascorrono il proprio tempo; uno dei più noti in Mediterraneo è il Paracentrotus lividus

Agli Echinodermi appartiene inoltre la classe degli Oloturoidei, che comprende i ben noti cetrioli di mare, chiamati anche, in maniera meno edificante, stronzi di mare.

Il movimento di questi organismi, pur essendo essi dotati di pedicelli ambulacrali, dipende ben poco da questo sistema. Dobbiamo considerare in effetti che gli Oloturoidei sono organismi estremamente sedentari: alcuni di essi utilizzano i pedicelli semplicemente per aderire al substrato.

 

Gli Oloturoidei hanno anche una conformazione nettamente diversa dalle classi precedenti, presentando un corpo cilindrico ed esercitando alcuni movimenti attraverso la contrazione di muscoli circolari e longitudinali, che ricordano il movimento dei comuni lombrichi.


Chiudiamo infine questa serie con la classe dei Crinoidei, la più antica e per alcuni aspetti la più primitiva delle classi viventi degli echinodermi.

La maggioranza dei crinoidei viventi appartengono ad un più moderno ramo della classe, l’ordine dei Comatulidi.

I Comatulidi o stelle piumose si incontrano anche a livello della zona intertidale; alcuni sono presenti in grandi quantità nelle scogliere coralline.

I Comatulidi nuotano alzando ed abbassando un gruppo di braccia in modo alterno con altre. Quando striscia, l’animale solleva il corpo dal substrato e si sposta sulle braccia.

I comatulidi nuotano e strisciano solo per brevi tratti, ed il nuoto è prevalentemente una risposta di fuga. Molte specie di acque poco profonde sono notturne.


Stimolati dalla diminuita intensità della luce al tramonto, strisciano fuori dai propri nascondigli su posizioni esposte, dove distendono le braccia per raccogliere il cibo.