I coralli "duri" sclerattinici sono i principali costruttori degli habitat sottomarini. Sono i loro scheletri che formano la struttura di base altamente diversificata dell'ecosistema della barriera corallina.
Gli scheletri dei coralli fossili presentano anche una ricca documentazione che consente l'analisi paleontologica delle origini dei coralli, risalendo al Triassico (~ 241 Myr). Mentre numerosi lignaggi di invertebrati furono estirpati nell'ultima grande estinzione di massa, il Cretaceo -Terziario / K-T (66 milioni di anni fa), un certo numero di coralli sclerattinici sopravvisse.
Gli autori di un recente studio pubblicato su Scientific Reports hanno rivisitato questa storia e valutato i tratti correlati con la sopravvivenza all'estinzione di massa K-T. Le caratteristiche di "sopravvivenza" legate al disastro emerse nell’analisi sono state:
1) collocazione in acque profonde (> 100 m),
2) distribuzioni cosmopolite,
3) relazioni non simbiotiche,
4) colonie solitarie o di piccole dimensioni e
5) resistenza allo sbiancamento.
I ricercatori hanno poi confrontato questi tratti con quelli dei moderni coralli sclerattinici, usando i dati della Red List dello IUCN, riferendo che i coralli con questi stessi tratti di sopravvivenza hanno popolazioni relativamente stabili, mentre quelli che ne sono privi stanno attualmente diminuendo in abbondanza e diversità. Questo mostra che i coralli esibiscono una risposta di sopravvivenza dinamica come quella osservata nell'ultima grande estinzione, il K-T. Sebbene questi risultati possano essere visti come promettenti, ovvero che alcuni coralli possano sopravvivere all'estinzione dell'Antropocene, evidenziano anche come il nostro ordine relativamente fragile dei Primati non possiede analoghe caratteristiche di "sopravvivenza", né ha un record di sopravvivenza all'estinzione di massa allo stesso modo di alcuni coralli .
La storia è destinata spesso a ripetersi, i dati raccolti dagli studiosi mostrano oscuri parallelismi tra il destino delle specie di oggi e quelle che sono scomparse insieme ai dinosauri.
Materiali modificati da: https://www.nature.com/articles/s41598-020-60605-2
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