Difficili da ingoiare

Per la prima volta in assoluto, scienziati giapponesi hanno osservato singole cellule di corallo duro inghiottire alghe fotosintetiche unicellulari.

Secondo quanto riportato dagli scienziati sulla rivista Frontiers in Marine Science le alghe microscopiche, note come dinoflagellati, sono state inghiottite da cellule coltivate del corallo duro Acropora tenuis.

Negli ultimi decenni, l’essenziale rapporto fra alghe e coralli è stato messo a dura prova. Spinte dall'inquinamento, dall'acidificazione e dall'innalzamento delle temperature oceaniche, le cellule coralline stressate stanno espellendo le alghe microscopiche provocando enormi distese di barriere coralline morte e sbiancate.

I coralli duri della famiglia Acroporidae, il tipo più comune di corallo che si trova nelle barriere coralline tropicali e subtropicali, sono particolarmente sensibili a questi eventi di sbiancamento.

Le cellule di corallo sono notoriamente difficili da coltivare, quindi in precedenza gli scienziati dovevano fare affidamento su sistemi sperimentali di altre creature marine strettamente correlate, come gli anemoni di mare, per studiare il meccanismo di come i dinoflagellati entrano ed escono dalle cellule.

È stato nell'aprile 2021 che il team di ricerca ha fatto un grande balzo in avanti, riportando in Marine Biotechnology di aver coltivato con successo diverse linee cellulari, prelevate da larve del corallo duro Acropora tenuis, in piastre di Petri.

Per questo studio, gli scienziati si sono concentrati su una linea cellulare di corallo chiamata IVB5. Molte delle cellule di questa linea hanno proprietà simili alle cellule endodermiche, in termini di forma, comportamento e attività genica. È importante sottolineare che, in organismi corallini interi, sono le cellule endodermiche che inghiottono le alghe.

Gli scienziati hanno aggiunto il dinoflagellato Breviolum minutum a una capsula di Petri contenente le cellule di corallo IVB5.

Circa il 40% delle cellule di corallo nella coltura ha formato rapidamente lunghe proiezioni simili a dita che si sono protese per entrare in contatto con i dinoflagellati. Le alghe sono state quindi "inghiottite", in un processo che è durato circa 30 minuti.

Nei due giorni successivi, le alghe all'interno della cellula sono state scomposte in frammenti o sono state racchiuse con successo in vacuoli, all'interno delle cellule. Per i ricercatori, questo suggerisce come la relazione sia iniziata millenni fa.

Secondo gli autori dello studio "può darsi che in origine gli antenati del corallo abbiano inghiottito queste alghe e le abbiano scomposte come cibo. Ma poi nel tempo, si sono evoluti per utilizzare invece le alghe per la fotosintesi”.

Ulteriori studi potrebbero aiutarci a comprendere maggiormente come si verifica lo sbiancamento e di come possiamo mitigarlo.

 

Materiali modificati da: https://www.oist.jp/news-center/press-releases/hard-swallow-coral-cells-seen-engulfing-algae-first-time

Front. Mar. Sci., 14 July 2021 | https://doi.org/10.3389/fmars.2021.706308  

Title: In vitro symbiosis of reef-building coralcells with photosynthetic dinoflagellates

Journal: Frontiers in Marine Science

DOI: 10.3389/fmars.2021.706308

Authors: Kaz Kawamura,Satoko Sekida, Koki Nishitsuji, Eiichi Shoguchi,KanakoHisata, Shigeki Fujiwara, Noriyuki Satoh

Date: 14th July 2021 

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