Il coinvolgimento del pubblico nella pulizia dei rifiuti lungo le spiagge è una pratica di volontariato diffusa in tutto il mondo. Anche in Italia, ormai, non si contano più le giornate dedicate dai volontari a questo tipo di attività. Abbiamo rivolto alcune domande a Serena Lucrezi, autrice di numerosi studi in merito, con esperienze in Sud Africa, Mozambico ed ora in Nigeria grazie al recente studio: “Who wants to join?” Visitors' willingness to participate in beach litter clean-ups in Nigeria, pubblicato su Marine Pollution Bullettin.
Qual è la situazione dei rifiuti marini in paesi come la Nigeria?
In Nigeria, i rifiuti marini e costieri costituiscono un problema che viene generato e affrontato in modo diverso a seconda dei contesti socioeconomici locali, creando uno scenario incoerente di gestione dei rifiuti. Vari attori sono responsabili della gestione dei rifiuti costieri e marini, mentre nuovi attori, da individui carismatici a ONG, stanno lavorando per spingere il pubblico ad assumersi la responsabilità e ad agire collettivamente per combattere tale problema.
Quali pensi siano gli aspetti più rilevanti della partecipazione dei cittadini nelle pulizie delle spiagge?
Il coinvolgimento del pubblico nella pulizia dei rifiuti lungo le spiagge non aiuta solamente a rimuovere i rifiuti marini dalle spiagge, ma fornisce al contempo un apprendimento esperienziale, sensibilizzando e stimolando dei comportamenti anti-spazzatura. I visitatori delle spiagge contribuiscono notevolmente alla generazione di rifiuti a causa di comportamenti inappropriati e il loro coinvolgimento nella rimozione dei rifiuti può essere molto utile.
Dove hai realizzato il tuo studio e quante persone hai coinvolto?
Questo studio ha valutato la disponibilità dichiarata di oltre 500 cittadini a partecipare alla pulizia dei rifiuti a Elegushi Royal Beach, in Nigeria, una spiaggia sotto pressione a causa dei problemi dei rifiuti al cui accumulo i bagnanti danno un loro significativo contributo, e il notevole potenziale delle pulizie organizzate dei rifiuti.
Quali effetti ha prodotto questa esperienza sui partecipanti?
I bagnanti hanno riconosciuto i rifiuti marini come un problema globale e nazionale, ma non hanno percepito che la spiaggia del caso di studio era piena di rifiuti. La disponibilità a partecipare alla pulizia è stata marginale. Tuttavia, era positivamente correlata alla partecipazione ad eventi precedenti, alla responsabilità collettiva percepita e all'importanza della politica e degli investimenti nella riduzione dei rifiuti.
Quali sono le implicazioni generiche dello studio?
I risultati presentati in questo studio possono essere utilizzati per formulare le giuste strategie di coinvolgimento e reclutamento per garantire alle campagne di pulizia delle spiagge un futuro più sostenibile. Gli eventi di pulizia delle spiagge sono iniziative a basso costo e di facile attuazione per combattere insieme contro i rifiuti costieri, con molteplici risvolti positivi che influenzano l'ambiente e i partecipanti. La loro approvazione attraverso la collaborazione di più livelli di autorità e impegno può diventare il trampolino di lancio verso il raggiungimento di altri obiettivi sostanziali della responsabilità ambientale pubblica.
Tu hai avuto modo di partecipare a iniziative di monitoraggio delle spiagge con il protocollo di RCI MAC Emerso, quale ruolo pensi possa avere, a fianco della pulizia, la raccolta di dati di monitoraggio?
Non ho mai partecipato ufficialmente ad iniziative Reef Check Italia MAC Emerso in Italia, pur avendo partecipato a varie attività di pulizia delle spiagge e dei fondali. Quello che abbiamo fatto con RCI è stato semplificare il protocollo adattandolo sperimentalmente ad una realtà collocata in una zona rurale del Mozambico, con lo scopo di coinvolgere i bambini locali di 9-12 anni nel monitoraggio di ambienti intertidali come metodo di educazione, Citizen Science e raccolta dati per la gestione della riserva marina dove i dati verrebbero raccolti. L’iniziativa è stata lanciata nel 2017 ed è in fase di sviluppo, anche se lentamente. La raccolta dei dati è già stata riconosciuta dal direttore della riserva come un metodo utile per stabilire ‘baselines’, per ottenere informazioni importanti alla gestione della riserva e identificare zone a rischio impatto antropico o ad alto valore ecologico-naturalistico.
Un’ultima domanda, recentemente RCI ha avviato una collaborazione con Ocean Conservancy, adottando la app Clean Swell come strumento di raccolta dati, di semplice uso ma dalle grandi potenzialità. Pensi che questi strumenti possano avere un ruolo decisivo nel fornire ai ricercatori e ai responsabili politici le conoscenze derivanti da progetti di citizen science per arrivare alle soluzioni più idonee?
E’ una domanda alla quale stavo per rispondere in maniera pratica quest’anno. Avevo organizzato una spedizione in Mozambico per il Marzo 2020, proprio allo scopo di testare il protocollo RCI & Ocean Conservancy e usare la app nel contesto della riserva prima menzionata, che si trova un una zona rurale e dove l’uso di tecnologie come la app potrebbe essere o non essere adatto. L’idea sarebbe quella di perfezionare il protocollo destinato ai bambini aggiungendo una parte di monitoraggio dei rifiuti, applicabile a bambini e adulti. Un’avventura che ora mi propongo per il 2021!
Photo credit: Serena Lucrezi - O. Digun-Aweto
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