Il Vietnam ha vietato il nuoto e le immersioni subacquee in una popolare località turistica nel tentativo di far rivivere le sue barriere coralline danneggiate.
Il marine cloud brightening ovvero l'illuminazione delle nuvole marine, nota anche come inseminazione delle nuvole marine o ingegneria delle nuvole marine, è una tecnica di ingegneria del clima per la gestione della radiazione solare allo scopo di rendere le nuvole più luminose, riflettendo una piccola frazione della luce solare in arrivo nello spazio al fine di compensare il riscaldamento globale.
Il riscaldamento dei mari minaccia di trasformare le barriere coralline da caleidoscopi di colori in campi di macerie sbiancate.
Per la prima volta in assoluto, scienziati giapponesi hanno osservato singole cellule di corallo duro inghiottire alghe fotosintetiche unicellulari.
Recentemente è stata pubblicata da Reef Check Italia una nuova edizione in inglese del mio libro ‘Coralli‛. Essa va ad aggiungersi a quella già pubblicata che ad oggi resta l’unica opera del genere disponibile in lingua italiana.
Per la prima volta, gli scienziati hanno valutato quanti coralli ci sono nell'Oceano Pacifico e il loro rischio di estinzione. Mentre la risposta a "quante specie di coralli ci sono?" è facilmente consultabile su Google, fino ad ora gli scienziati non sapevano quante singole colonie di coralli esistessero nel mondo.
L'incidenza di eventi di sbiancamento dei coralli, con conseguente perdita della funzione dell'ecosistema e della biodiversità delle barriere coralline è in continuo aumento. I cambiamenti climatici e l’inquinamento, che vedono le attività antropiche come principale causa, stanno accelerando il degrado delle barriere coralline ovunque nel mondo.
Negli ultimi decenni le scogliere coralline delle Maldive hanno registrato un alto tasso di mortalità dei coralli. Questo fenomeno è il risultato dell’incremento della temperatura dell’oceano causato sia da eventi naturali (fenomeno ENSO) sia da pressioni antropiche globali e locali.
I coralli "duri" sclerattinici sono i principali costruttori degli habitat sottomarini. Sono i loro scheletri che formano la struttura di base altamente diversificata dell'ecosistema della barriera corallina.
La "Stony Coral Tissue Loss Disease" sta uccidendo i coralli ai Caraibi. Per salvarli i ricercatori della NOAA hanno chiesto aiuto ai subacquei.
Al largo di St. Thomas, la malattia si sta muovendo più velocemente e uccide più coralli di qualsiasi altra malattia
Se uno snorkeler, o un sub, è abbastanza fortunato da osservare un pesce cripto-bentonico, così chiamato per la sua natura elusiva, tutto quello che può intravedere è un breve lampo di colore. Secondo un nuovo studio questi minuscoli nuotatori possono essere di importanza fondamentale per le barriere coralline, rendendo possibile che pesci più grandi, più carismatici e molti invertebrati prosperino. Essi potrebbero aiutare a risolvere un mistero che ha disorientato persino il padre dell'evoluzione, Charles Darwin.
Per la prima volta gli scienziati hanno trovato un organismo in grado di produrre clorofilla ma che non esercita la fotosintesi. L'organismo è stato denominato "corallicolide" perché è presente nel 70% dei coralli in tutto il mondo e può fornire indizi su come proteggere le barriere coralline in futuro.
I coralli che costruiscono le barriere coralline non possono sopravvivere senza la simbiosi obbligatoria con i dinoflagellati fotosintetici del genere Symbiodinium, da cui dipendono per la maggior parte della loro energia.
Due specie strettamente correlate che vivono insieme hanno bisogno di colori diversi per distinguersi. Il pesce farfalla reticolato (Chaetodon reticulatus, a sinistra) e il pesce farfalla di Meyer (Chaetodon meyeri, a destra) sono parenti stretti che hanno areali che si sovrappongono nell'Indo-Pacifico e si trovano entrambi nella Grande Barriera Corallina australiana. Nonostante siano solo specie separate da meno di un milione di anni (un battito di ciglia in termini evolutivi), hanno sviluppato modelli cromatici molto diversi che li distinguono dagli altri sulla barriera corallina in cui si trovano entrambi.
Le stelle corona di spine (Acanthaster planci) sono enormi spine nel fianco per le persone che cercano di proteggere le barriere coralline. Quando le popolazioni di questi predatori dei coralli finiscono fuori controllo, possono devastare le barriere coralline in modo drammatico, specialmente se queste stanno già lottando contro l'inquinamento, la pesca eccessiva e il riscaldamento. L'Australia, ad esempio, per controllare le epidemie della stella corona di spine sulla Grande Barriera Corallina sta spendendo tanti milioni di dollari.
Lo scheletro formato da un corallo svolge un ruolo chiave nello stoccaggio del biossido di carbonio atmosferico. Studi precedenti si sono concentrati sul processo mediante il quale i coralli adulti producono minerali che induriscono i tessuti esistenti per formare lo scheletro, ma lo stadio esatto in cui i coralli iniziano l'intero processo di mineralizzazione è rimasto un mistero - fino ad ora.
Secondo uno studio recente, il servizio “veterinario" fornito dai piccoli pesci pulitori è la chiave per mantenere in salute le barriere coralline.
La plastica può contribuire a far ammalare i coralli?
La plastica rappresenta un grave problema per la vita marina. Gli uccelli marini e le tartarughe muoiono di fame se mangiano sacchetti di plastica o anelli di imballaggio, le balene possono rimanere intrappolate mortalmente nelle attrezzature da pesca.
La nuova zona comprende pesci della barriera corallina - tra cui numerose nuove specie - che vivono ben al di sotto delle barriere coralline in superficie.
Immergendosi al di sotto dell’ usuale ambito di profondità delle immersioni con autorespiratori, per mezzo del sommergibile Curasub, gli esploratori dello Smithsonian hanno scoperto un nuovo mondo in cui circa la metà dei pesci non aveva ancora un nome. Lo hanno chiamato: il rarifotico.
Alcuni pesci pagliaccio sono socievoli e vivaci, mentre altri vivono una vita tranquilla e poco movimentata. Per scoprire perché, i ricercatori hanno posizionato telecamere per registrare i comportamenti dei pesci pagliaccio nei pressi delle isole North Solitary e Lord Howe, lungo la costa orientale dell'Australia.
Una particella bianca di plastica viene inghiottita da un polipo di corallo. (Credit: Alex Seymour, Duke Univ.)
Gli scienziati sanno da tempo che gli animali marini mangiano erroneamente detriti di plastica perché i piccoli pezzi di plastica galleggianti vengono scambiati per prede. Ma un nuovo studio sull'ingestione di plastica da parte dei coralli suggerisce che ci possa essere un ulteriore motivo per tale comportamento, potenzialmente dannoso: la plastica ha semplicemente un buon sapore. Gli additivi chimici nella plastica potrebbero agire come stimolanti alimentari.
Una nuova minaccia antropica per le scogliere coralline: i writers
Che l’attività subacquea rappresenti un rischio per le comunità di coralli è un dato ampiamente documentato in letteratura. Molti studi hanno analizzato il comportamento dei subacquei in immersione e i risultati scientifici dimostrano come, direttamente o indirettamente, il subacqueo sia responsabile di danni sia ai singoli coralli sia alla scogliera in toto.
Tra le centinaia di specie di damigelle, solo poche proteggono e si prendono cura dei loro piccoli; una specie di recente scoperta aumenta il numero da tre a quattro.
La grande maggioranza dei pesci della barriera corallina produce una prole molto numerosa, che si disperde nell'oceano come larve, fluttuando con le correnti, prima di insediarsi nella barriera corallina. Alcuni pesci di scogliera, tuttavia, trattengono le loro uova nella scogliera, proteggendo i giovani fino a quando non sono abbastanza grandi da provvedere a loro stessi.
In un recente viaggio nelle Filippine, i ricercatori hanno scoperto una nuova specie di pesce damigella che mostra questo inusuale comportamento di cura genitoriale.
Mentre il bleaching sta continuando a devastare la GBC australiana per il secondo anno di fila, gli scienziati stanno considerando le soluzioni più disparate, esempio: come rendere più riflettenti le nuvole.
La popolazione indigena dell’isola di Bangka (Indonesia) vince la battaglia contro la compagnia mineraria cinese.
Nelle Aree Marine protette istituite per facilitare il recupero dei reef corallini a fare la differenza sembra che siano le dimensioni.
Secondo una ricerca della Penn State University, il genotipo dei coralli può sopravvivere per migliaia di anni, rendendoli forse gli animali più longevi al mondo.
Molti dei coralli interessati dal bleaching massivo causato dalle alte temperature, che ancora sopravvivono nel nord della GBR australiana, sono i più gravi mai osservati.
Un team di ricercatori dell’Università del Queensland, in Australia, ha utilizzato una ingegnosa combinazione di un microscopio, una videocamera digitale e uno smart-tab per registrare, a distanza ravvicinata, un dettagliato video in time-lapse della reazione fisica di una specie di corallo allo stress da calore, ottenendo per la prima volta la prova che esso reagisce con rigonfiamenti ad impulsi.
Durante le ultime sei settimane, gli scienziati hanno pubblicato due principali report sulla resilienza dei reef corallini che sembrano contraddirsi a vicenda.
Gli eventi di riproduzione di massa dei coralli sono considerati uno dei più spettacolari fenomeni della natura, con dozzine di specie di coralli che, durante alcune notti, ogni anno rilasciano uova e spermatozoi in mare.
L’evento, in ecosistemi come quello della Grande Barriera Australiana, attrae subacquei che desiderano vedere di persona i coralli in azione. Fino ad ora, cosa governi questo fenomeno è stato un mistero.
Uno studio internazionale pubblicato nella rivista Proceedings of the Royal Society B ha scoperto che l’emissione di gameti in mare coincideva con il più grande incremento, mese dopo mese, nella temperatura dell’acqua in superficie.
Alla tempistica contribuirebbe anche la velocità del vento, sebbene in grado minore.
Da tempo è noto che le barriere coralline, in tutto il mondo, stanno morendo e che, nel peggiore dei casi, dipendono dai coralli di grandi dimensioni e apparentemente in salute per il ripopolamento.
Pubblicato su Nature Communications un nuovo studio ideato allo scopo di comprendere le interazioni fra eccesso di pesca, inquinamento da nutrienti e temperatura nei confronti delle comunità bentoniche dei reef corallini, del microbioma associato ai coralli, le loro malattie e la mortalità.
Un ecosistema corallino mesofotico nell’Au‘au Channel, offshore of Maui, Hawai'i, prof. 70m.
Un report commissionato dalle Nazioni Unite offre un nuovo spiraglio a coloro che gestiscono l’impatto del bleaching nei reef corallini del pianeta.
Studi sulla partnership simbiotica tra il corallo ospite e le loro alghe simbionti negli ambienti dei reef corallini più caldi del mondo - il Gofo Persico e Arabico (PAG) e mari limitrofi - hanno portato gli scienziati a concludere che la selezione naturale della biodiversità esistente nei reef, sarà la chiave per facilitare un rapido adattamento di tali ecosistemi ai cambiamenti climatici.